I primi sintomi possono essere impercettibili – stanchezza, difficoltà ad addormentarsi e riluttanza ad alzarsi o andare al lavoro. Se stai avvertendo questi cambiamenti, potrebbe essere il momento di consultare un terapeuta che ti aiuti a capire cosa c’è che non va. Insieme, potete evitare che la sindrome si sviluppi al massimo del suo potenziale. La fase successiva del burnout è accompagnata da cambiamenti d’umore, un declino nelle prestazioni e della concentrazione, accompagnata da depressione e ansia, e secondariamente, problemi di relazione con una diminuzione dell’autostima. In questa fase, la terapia è molto utile perché permette di trovare soluzioni in modo rapido, accelerando il processo di guarigione.
La nostra propensione a dare il massimo e forse anche a sperare che qualcuno lo apprezzi spesso contribuisce alla sindrome da burnout. Oppure cedere alla sensazione che solo tu che possa decidere o fare meglio. La psicoterapia, invece, è uno spazio solo per te. Uno spazio in cui puoi scoprire e dare un nome ai tuoi schemi di pensiero inconsci in modo che puoi poi valutare da solo se è opportuno consolidarli o abbandonarli. In questo modo, puoi aiutarti a uscire dal circolo vizioso delle aspettative di sé e dell’esaurimento che ne deriva.